Andamento termico del Mediterraneo

Nei giorni scorsi in parecchi hanno fatto notare le temperature insolitamente alte presenti sul Mediterraneo. Effettivamente i valori termici superficiali dell’intero Mediterraneo, si sono presentati di parecchi gradi sopra la media del periodo, raggiungendo nel Tirreno centrale picchi di +29°C. L’anomalia rispetto alla media del periodo si è attestata attorno ai 4-5°C.

 

Ma cosa ha causato questo rapidissimo aumento delle temperature?

Sicuramente oltre al caldo, il colpevole in questo caso è la mancanza di ventilazione e di correnti, che permettessero il miscelamento della superficie con gli strati profondi. Le conseguenze del surriscaldamento della superficie marina influenzano però anche le temperature dell’aria lungo le aree costiere, dato che in assenza di un mare fresco, le coste sono particolarmente esposte ad ondate di afa di eccezionale intensità.

 

E’ possibile che un mare così caldo possa permettere lo sviluppo di fenomeni meteo eccezionalmente intensi in autunno?

Il Mediterraneo attualmente presenta un netto gradiente di temperatura tra la superficie e la battimetrica dei 30 metri. Infatti nonostante la forte anomalia positiva della superficie, alla profondità di 30 metri (fonte GNOO), riscontriamo valori di qualche grado sotto la media del periodo, grazie a un inverno freddo e alla prima metà di Giugno perturbata.

Questa fiammata calda superficiale si potrebbe perciò rivelare come un fuoco di paglia e potrà attenuarsi notevolmente con le prime giornate diffusamente ventose.

Inoltre i fenomeni estremi autunnali sfruttano il calore del Mediterraneo come “combustibile”, ma necessitano di particolari schemi barici a livello nord emisferico, che non sempre si presentano pur con mari molto caldi.

 

E’ vero che il Mediterraneo si sta scaldando?

Attenendoci sempre ai dati del GNOO (Gruppo Nazionale di Oceanografia Operativa), che effettua da vari anni un monitoraggio satellitare della superficie marina, notiamo un surriscaldamento superficiale del mare non pienamente omogeneo nelle varie stagioni.

E’ infatti la stagione estiva a mostrare le più intense anomalie positive, mentre l’inverno riesce occasionalmente si presenta persino per qualche breve periodo sotto la media.

 

Tuttavia l’analisi merita degli approfondimenti, infatti in inverno la deviazione standard dalla media risulta essere sempre piuttosto limitata, per l’intervento di sistemi di scambio termico legati alla densità dell’acqua. In estate invece una più frequente presenza di periodi di calma e clima caldo, permette il raggiungimento frequente di elevati picchi termici in superficie, che a volte si protraggono anche in autunno.

 

Perciò in sintesi acque superficiali ormai abitualmente più calde in estate, ma sui livelli medi in inverno. Le conseguenze sulla vita marina, derivano proprio da questo mutato comportamento rispetto agli schemi seguiti nei decenni passati.

 

Il GNOO ci fornisce però anche un altro importante parametro per controllare il contenuto di calore, misurato il J, tra la superficie e la battimetrica dei 120 metri. Questo parametro mostra quanta energia termica si è accumulata in uno strato di acqua molto più spesso e meno influenzato dai fenomeni atmosferici di breve durata. Sorprendentemente notiamo un 2010, sopra la media, ma con valori oltre 3 volte più bassi rispetto ai picchi raggiunti nell’autunno 2001 e 2008.

Chiaramente un maggiore contenuto di calore in tutta la colonna d’acqua, favorisce la presenza di anomalie termiche superficiali orientate verso valori positivi, però allo stesso tempo temperature eccezionalmente calde in superficie, possono non corrispondere con quanto si riscontra a alle profondità maggiori.

A tal proposito alleghiamo una mappa che mostra una sezione del Mediterraneo alla altezza del 40° parallelo nord, cioè una sezione che per intenderci va dalle coste spagnole a quelle Adriatiche.

 

 

 

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