Deserti perduti

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3Non è compito nostro andare a citare o criticare i motivi che hanno portato i sardi a privarsi di certi ambienti naturali unici e solo attualmente apprezzati. Tuttavia è bene rendersi conto di quello che c’era e di cosa c’è oggi, chiedendosi se ne sia veramente valsa la pena, investire risorse per nascondere quanto la natura aveva prodotto in millenni.

 

 

 

 

altI rimboschimenti sulle aree dunali sono piuttosto semplici a causa della sabbia perennemente umida sotto i 20 cmdi profondità. Gli intenti con i quali questi enormi deserti sardi sono stati rimossi erano quelli di protezione nei confronti dei pascoli retrostanti, dalla salsedine e dal possibile insabbiamento futuro, gli alberi venivano infatti visti come una risorsa. Si pensava che un rimboschimento avrebbe portato ingenti vantaggi di tipo “igienico estetico”, pensando che il bosco avrebbe attratto il turismo, in una zona considerata desertica e quindi poco interessante. Questo documento del 1953 descrive come le dune di Is Arenas sono state rimboschite.

Il rimboschimento delle dune di Is Arenas.

Le immagini allegate (estrate dall’articolo) si riferiscono proprio al rimboschimento effettuato a Is Arenas, in cui ci si rende pienamente conto della estensione dell’apparato dunale della zona. 

altMa vediamo come gli interventi di rimboschimento attorno agli anni 50 si siano diffusi anche alle altre zone “desertiche” delle coste meridionali, settentrionali e soprattutto occidentali, cancellandole quasi completamente e lasciando come unici esempi di estesi sistemi dunali, le spiagge di Piscinas e di Torre dei Corsari. Per i confronti useremo le mappe prese da Sardegnaterritorio, con le quali metteremo a confronto fotografie satellitari del 1954, con quelle recenti del 2006.

 

 

 

 

 

Dune di Portixeddu. Probabilmente si trattava di una delle più estese aree dunali presenti in Sardegna. L’ esposizione occidentale. Si notano ancora i filari di protezione che permettevano alle giovani piante di pino marittimo di sopportare i forti venti presenti nella zona.

 

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Saliamo ora a nord del Golfo di Oristano mostrando l’evoluzione dell’area dunale di Is Arenas della quale si può leggere nei dettagli tutta la documentazione riguardante le tecniche di rimboschimento adottate per permettere alle giovani piante di reistere ai forti venti. In questo caso la esposizone è pienamente rivolta a nord ovest.

 

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Saliamo ancora e troviamo l’area dunale di Porto Ferro, poco a nord di Alghero. In questo caso il rimboschimento è antecedente al 1954 e nella immagine sono ancora evidenti le aree precedentemente ricoperte da nuda sabbia. Nella estremità destra appare evidente la sagoma del lago Baratz, il più grande lago naturale in Sardegna, ormai notevolmente ridotto come estensione.

 

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Andiamo ora a Rena Majore una località nella parte nord occidentale della Gallura, un tratto di costa estremamente esposto alle correnti di maestrale, che nella zona si intensificano a causa della presenza delle Bocche di Bonifacio. L’estensione di questa vasta area dunale è paragonabile come superficie a quella attualmente visibile a Piscinas.

 

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La costa orientale non ha mai presentato aree dunali di dimensioni paragonabili a quelle appena citate, sia a causa della orografia più alta, che a causa del vento di scirocco, generalmente meno intenso e spesso più umido, ma anche a causa della composizione della sabbia spesso costituita da grani più grossi e meno facilmente trasportabili dai venti. Quindi per trovare il prossimo deserto distrutto da case e rimboschimenti, dobbiamo spostarci nell’angolo sud orientale dell’isola per l’esattezza a Villasimius. Tra Capo Carbonara e le colline prossime al paese, ha modo di crearsi un eccezionale corridoio, dove i venti di maestrale e di grecale si incanalano e nel passato si poteva assistere a scambi di sabbia tra la spiaggia del Timiama e quella di Campulongu. Attualmente si assiste a una fortissima retrogressione della spiaggia di Campulongu (quella a sinistra della immagine).

 

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Senza citare i piccoli apparati dunali ancora in parte osservabili nelle località di Porto Sa Ruxi e Solanas, andiamo direttamente a vedere la evoluzione delle dune presenti a Torre delle Stelle. Dalle immagini del 1954 sembrerebbe che le 2 spiagge fossero unite da una linea continua di sabbia composta da grani fini di sabbia granitica. La località è fortemente esposta al maestrale, che ha modo di incanalarsi dietro il capo di Torre delle Stelle. Evidentemente questo meccanismo di scambio tra le 2 spiagge, rivestiva un ruolo importante nell’assetto della linea di costa, dato che nella immagine più recente, si nota un netto arretramento da parte di tutte e 2 le spiagge.

 

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Trascuriamo i ridotti apparati dunali presenti al Poetto e andiamo direttamente verso una delle località che ha attualmente fatto delle dune uno dei suoi punti più caratteristici, cioè Chia. Questa spiaggia, in particolare a Su Giudeu, nonostante la perdita di una grossa fetta del suo apparato dunale, presenta un arenile nettamente più esteso rispetto a quello che si osserva nelle fotografie del 1954, incremento che è stato evidenziato con una linea tratteggiata rossa. E’ evidente nel lato sinistro della spiaggia (prima immagine), l’effetto di un disboscamento e probabilmente del prelievo di sabbia. La seconda immagine si riferisce alla spiaggia di Campana, una continuazione verso nord est della spiaggia della prima immagine, dove notiamo anche in questo caso un visibile incremento della estensione dell’arenile. 

 

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Tralasciamo le meravigliose dune di Porto Pino e Porto Botte, ancora splendidamente conservate e spostiamoci a Portoscuso, dove parte dell’apparato dunale questa volta risparmiato dai rimboschimenti è stato sostituito dal deposito dei famosi fanghi rossi.

 

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Torniamo in costa ovest, consideranto un altro deserto ormai ridotto a qualche duna prossima alla linea di costa, il riferimento è in questo caso alla spiaggia di Fontanamare tipica località di mare prossima a Iglesias, anche in questo caso i rimboschimenti sono ben visibili dalle fotografie, mentre è intuibile la estensione dell’area dunale composta di sabbia nuda, anche in questo caso paragonabile a quella di Piscinas. 

 

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Alla fine dopo averla tanto nominata alleghiamo una fotografia di Piscinas, uno degli ultimi 2 estesi “deserti” rimasti in Sardegna, che con le sue dune di fine sabbia arancione richiama parecchi turisti. 

 

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