L’importanza che riveste l’orografia nella distribuzione delle precipitazioni è risaputa. Le masse d’aria interagiscono continuamente con i rilievi, che ne modificano la direzione di provenienza e le caratteristiche termoigrometriche.
Gli albori della Climatologia in Sardegna
Sardegna: piogge di origine ciclonica o piogge di origine orografica? Questo era il dibattito durante le prime tesi sulla Climatologia isolana, quando la serie storica delle misurazioni pluviometriche sull’isola era ridotta e gli studi sul clima ancora pochi, e non strutturati.
Oggi possiamo affermare che sulla Sardegna i maggiori apporti pluviometrici sono di origine ciclonica, ossia sono legati a fasi perturbate sul Mediterraneo; il contributo orografico è presente, ma non è preponderante. In altre parole, in Sardegna piove quando transita o staziona una perturbazione, e i rilievi ne modificano la distribuzione. Diversamente accade, ad esempio, sulle Isole Canarie maggiori, dove le piogge orografiche rivestono un ruolo dominante negli apporti pluviometrici complessivi.
Didattica: Stau e Föhn
Siamo (o forse eravamo..) abituati a studiare, sui libri di Geografia, la classica situazione “Stau-Fohn” che si verifica sulla catena Alpina, con la nuvoletta e la pioggia sui versanti esposti, con sole e caldo su quelli sottovento. Situazione che si verifica su tutti i più grandi gruppi montuosi del Mondo: Himalaya, Ande, Montagne Rocciose etc. Si tratta di rilievi che interagiscono con gran parte della Troposfera, in particolare con quella porzione che contiene oltre il 95% del vapore acqueo dell’atmosfera, che si trova tra 0 e 3000 m slm. Il rilievo della Sardegna è invece notoriamente modesto, ma non per questo trascurabile in relazione alla distrubuzione delle precipitazioni.
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Il rilievo sardo regola la distribuzione delle precipitazioni.
L’interazione più nota, frequente, osservabile e drammatica, è quella che porta allo sviluppo di fenomeni alluvionali sulle ormai note aree attorno a Capoterra, Sarrabus, Ogliastra e Gallura, di cui abbiamo ampia documentazione anche sul nostro portale. Il rilievo è il maggiore responsabile nello sviluppo e mantenimento di questi fenomeni, che assumono caratteristiche di stazionarietà per la particolare disposizione spaziale delle figure bariche.
Altra interazione, meno appariscente, è la funzione di barriera orografica che regola la distribuzione delle piogge durante le fasi perturbate (fronti di saccatura, basse pressioni), con maggiori apporti sui versanti esposti e riduzione progressiva dei cumulati pluviometrici sui versanti sottovento. Tale fenomeno è osservabile in Sardegna su scala regionale.
Il rilievo interviene anche nella distribuzione dei temporali estivi, interagendo con le zone di convergenza delle brezze e favorendo lo sviluppo dei fenomeni in maniera apparentemente aleatoria, ma che segue una logica piuttosto regolare se si prendono in considerazione lunghi periodi di tempo (anni). Sono le cosidette piogge convettive, che sulla nostra Isola possono verificarsi durante il semestre più caldo (aprile-ottobre).
Infine il rilievo riveste importanza anche su scala locale, con il “potenziamento orografico delle precipitazioni” sulle zone sottovento, che è l’oggetto di questo articolo. E’ un’interazione poco nota proprio perchè a carattere locale, difficile da misurare, difficile da osservare se non con un’ampia rete di pluviometri, attualmente non diponibile.
Le aree sottovento possono trarre vantaggio dalla presenza di una piccola montagna
Montagne modeste, ma relativamente estese, possono risultare difficili da aggirare per i flussi atmosferici: la massa d’aria pertanto è costretta ad una risalita forzata. In caso di atmosfera instabile il fenomeno porta alla formazione di nubi associate (durante il passaggio di un fronte) o alla formazione di nubi ex-novo. Possono generarsi addirittura dei temporali (come nel caso descritto). Non essendoci a disposizione molti studi, non possiamo al momento stimare l’altitudine esatta oltre la quale si ottiene l’effetto opposto (ombra pluviometrica). Nei casi da noi studiati possiamo affermare che barriere montuose di 1200-1300 metri (Supramonte di Oliena-Orgosolo) possono creare un deficit pluviometrico importante sulle aree sottovento; mentre montagne isolate, con altitudine di 7-800 metri, al contrario favorirebbero le aree sottovento.
Il potenziamento orografico è misurabile?
Tale potenziamento sulle aree sottovento può essere quantificato. Come detto in precedenza, fenomeni apparentemente aleatori tendono a seguire una logica regolare nella scala dei tempi climatici. Tra le aree studiate citiamo quella attorno al Monte Arci, nell’Oristanese, con altitudine massima 812 m. Le medie pluviometriche sono influenzate dalla presenza del rilievo, che ne incrementa i valori sulle aree sottovento. Nostri studi effettuati sulle serie storiche dei pluviometri più prossimi alla montagna confermerebbero questa ipotesi:
Pluviometro | Quota m slm | Distanza media | Media annuale | Apporti da potenziamento orografico |
Villa Verde | 220 | 7 km | 891 mm | 224 mm |
Ales | 167 | 7,5 km | 778 mm | 130 mm |
Baradili | 165 | 15 km | 740 mm | 113 mm |
Mogorella | 299 | 13,5 km | 742 mm | 32 mm |
Osservando l’immagine si può apprezzare meglio la distribuzione della media pluviometrica annuale, estrapolata seguendo metodi statistici già descritti qui: Le precipitazioni medie in Sardegna, e successivamente perfezionati.
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La mappa sottostante rappresenta l’interpolazione delle anomalie pluviometriche: in giallo piove meno di quanto dovrebbe, in azzurro al contrario. Si osservi la distribuzione della chiazza azzurra, orientata secondo le correnti nord-occidentali, che in questa zona dell’isola sono quelle che apportano i maggiori quantitativi di pioggia. La nube si formerebbe quindi sul Monte Arci, proseguendo il suo sviluppo verso sud-est.
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Marcata barriera orografica del Supramonte, che nella distribuzione dei cumulati pluviometrici medi annuali crea un notevole deficit pluviometrico tra Orgosolo, Mamoiada e Nuoro. Gran parte del deficit è dovuto all’effetto Rain Shadow che si registra durante le lunghe e piovose fasi di Scirocco/Levante sui settori orientali. E’ una situazione diamteralmente opposta a quella descritta per il Monte Arci.
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Il caso del Monte Grighine
Ai giorni nostri, oltre ad avere nuovi pluviometri su aree scoperte, abbiamo anche le riprese effettuate dalle webcam, che ci permettono di studiare la formazione e lo spostamento delle nubi. In particolare ci riferiamo alla zona comrpesa tra il Monte Grighine (673 m slm), Ruinas e Asuni, sempre nell’oristanese. Non eistono serie pluviometriche pluridecennali per queste località; solo ad Asuni si effettuano rilevamenti pluviometrici da 10 anni, dove con una media di 765 mm annui. A Ruinas è invece stata installata una nuova stazione meteorologica di recente. Sono località pertanto non incluse nei nostri studi precedenti. Si osservi ora la posizione relativa delle località in questione rispetto al Monte Grighine: è evidente una certa similitudine con la zona del Monte Arci.
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Gli eventi Meteorologici del 12-13 aprile 2019
Le riprese della Webcam di Asuni, le scansioni Radar, i dati misurati dai pluviometri di Ruinas e Asuni, e l’analisi dei nostri modelli meteorologici ci permettono di analizzare al meglio gli eventi e fare delle ipotesi.
Configurazione Sinottica
I giorni 12 e 13 aprile appaiono piuttosto simili, per la presenza di una Saccatura in quota sul Mediterraneo centrale. Poche variazioni sulle caratteristiche della colonna d’aria, e sulla direzione dei venti, tra un giorno e l’altro.
Perturbazione sul Mediterraneo con centro di bassa pressione sul Basso Tirreno. Campo barico relativamente blando al suolo, con correnti occidentali sull’ovest della Sardegna.
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Direzione e intensità del vento al suolo. Sul Monte Grighine soffia Ponente. WRF Sardegna Clima ONLUS
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In quota (a circa 5000 m) transitano correnti instabili da Nord-Ovest. WRF Sardegna Clima ONLUS
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Il Radiosondaggio di Decimomannu ci indica un’atmosfera moderatamente instabile, con propensione allo sviluppo di nubi cumuliformi.
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Localizzazione delle strumentazioni di rilevamento
Area di ripresa webcam Asuni Modighina direzione OVEST. Panoramica 180°
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Area di ripresa webcam di Ruinas, direzione SUD-EST.
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Vista Satellitare e localizzazione area di studio
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Dettagli Meteorologici
Attraverso immagini e filmati si analizza la formazione e lo sviluppo delle nubi, con approccio prima teorico poi osservato.
Schematizzazione presunta dei livelli termodinamici sulla zona nei giorni 12 e 13 aprile 2019
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Direzione delle correnti atmosferiche. In giallo quelle al suolo; in violetto quelle in quota. Il sollevamento orografico dei venti al suolo permette l’intercettazione delle correnti instabili in quota, propense ad ospitare l’evoluzione verticale della nube; contemporaneamente le nubi vengono trascinate verso sud-est.
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Risveglio del 13 aprile con “mare di nubi”. Atmosfera che appare già instabile osservando i Cumulonembi all’orizzonte.
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13 Aprile. In tarda mattinata appaiono i primi cumuli congesti. Si osserva una chiara rigenerazione continua delle nubi, caratteristica dei sistemi a multicella, meglio apprezzabile nell’animazione proposta alla fine.
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Prime precipitazioni isolate tra Asuni e Ruinas (12 Aprile)
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Scansione radar del 12 aprile, con area di precipitazioni allungata nella direzione delle correnti d’alta quota
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Momento di massima intensità dei rovesci, con presenza di grandine e temporale in corso.
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Schermata pagina stazione meteorologica di Ruinas
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La scansione dei cumulati pluviometrici delle ore 20:00 mostra un chiaro sbilanciamento verso Asuni e Ruinas. Laconi e Modighina si sono trovati ai margini della struttura temporalesca. Il pluviometro di Samugheo, più a nord, segna 0 mm.
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Animazioni time-lapse (cliccare sui link per vedere i filmati)
L’osservazione delle animazioni time-lapse consente di apprezzare lo sviluppo delle nubi, altrimenti difficile con i tempi di campionamento “umani”. Su yotube web è possibile modificare la velocità di avanzamento. I filmati sono in HD.
Webcam Ruinas – 12 Aprile 2019
Conclusioni
Avere una fitta rete meteorologica consente di conoscere a fondo il clima della nostra Isola. La Meteorologia, quando applicata ad aree ristrette, assume notevole fascino. L’elaborazione delle serie storiche ci permette di scoprire caratteristiche climatiche su scala locale, che possono essere d’aiuto al Meteorologo nell’elaborazione di previsioni di dettaglio, non essendoci al momento modelli meteorologici a così alta risoluzione.
Sarà nostra cura, nel lungo futuro che auspichiamo per la nostra Associazione, verificare le ipotesi su questo e su altri casi che ne stimoleranno gli studi.
19 Aprile 2019 – Dario Secci