Osservazioni sulle specie arboree coinvolte
Le vallate oggetto del reportage mostrano una vegetazione contraddistinta in larga parte da leccio e phillyrea. Sebbene presenti le altre specie sono il corbezzolo, l’erica, il ginepro, quercia da sughero, carrubo, olivastro, lentisco, il mirto, etc.
Tutte le specie menzionate sono state intaccate da fenomeni di disseccamento, in particolare leccio (marrone) e phillyrea (giallo acceso).
Un elemento molto importante che possiamo notare dalla fotografia allegata è che le piante secche sono concentrate solo in alcuni punti, mentre quelle più isolate collocate su substrato roccioso hanno mostrato minori segni di sofferenza. Questo più essere imputato a diverse ragioni, la prima è che dove il bosco si presenta più fitto, sono presenti piante di dimensione maggiore (maggior consumo idrico) e più concentrate (maggior competizione).
Un altro elemento importante è quello legato al vantaggio che hanno le piante isolate e circondante da roccia, nel caso di precipitazioni tra i 5 e i 10 mm/24 h (tipiche dell’ultimo inverno), in cui l’acqua, sebbene non abbondante, scorre sulle rocce concentrandosi nelle crepe in cui crescono e affondano le radici le piante, penetrando in profondità. Dove il bosco invece è molto fitto, piogge di 5-10 mm/24 h, riescono a bagnare le foglie, i rami e leggermente lo strato di humus presente sul terreno, non riuscendo a penetrare in profondità, evaporando facilmente con il vento.
Un elemento molto importante da segnalare è la resistenza mostrata in particolare dalla quercia da sughero (Quercus suber), questa ha ridotto notevolmente la propria copertura fogliare, ma grazie alle foglie piccole e ottimizzate per ridurre al minimo la traspirazione è riuscita, nella maggior parte dei casi, a mantenere la attività fotosintetica per tutta la stagione estiva. La percentuale di specie che hanno mostrato ingiallimento è infatti minima, sebbene la specie non sia molto presente nella vallata in questione.
Ottima resistenza si osserva anche sulle 2 specie di ginepro presenti, che si dimostrano perfettamente adattate a superare situazioni estreme come questa, grazie proprio alle caratteristiche delle foglie. Mentre altrettanto non possiamo dire del corbezzolo, che si mostra completamente secco in quasi tutti gli esemplari osservati e sul quale notiamo diversi rami secchi appartenenti a precedenti periodi di siccità.
L’olivastro e il lentisco, sono specie molto ben adattate a vivere in ambienti con piovosità bassa e alta ventosità. Tutte e due le specie, sebbene non particolarmente diffuse nella vallata (in particolare l’olivastro), si mostrano decisamente resistenti con solo qualche caso di completo disseccamento.
Qualche timida speranza
La vegetazione presente in queste vallate mostra una estrema resilienza anche in occasione di fenomeni estremi come quello a cui stiamo assistendo. Nonostante l’ingiallimento totale di quasi tutte le piante di corbezzolo, si osserva qualche coraggioso esemplare portare a termine la fruttificazione in condizioni a dir poco estreme.
Grande speranza per il futuro invece viene trasmessa dalle tante giovani piante che popolano il sottobosco, nonostante sia visibile la sofferenza delle piante adulte, queste riescono a superare senza particolari problemi questa estate estrema, dimostrazione di strategie di resilienza messe appunto dalle piante nel corso dei millenni.
Confronto con il 2008
La forte siccità del 2008, interessò prevalentemente la fascia tra Monte Arcosu e Pula e portò a un pesante disseccamento di diverse specie vegetali.
Quest’anno la situazione è molto simile, anche se meno pesante nell’area tra Capoterra e Monte Nieddu, lungo il bacino del Rio Masone Ollastu e Rio San Girolamo, nella quale probabilmente il contributo delle piogge di fine maggio ha aiutato la vegetazione. Mentre appare molto più grave attorno al Monte Arcosu (area in cui le piogge di maggio sono state meno abbondanti).
Dal confronto fotografico possiamo osservare come il livello di disseccamento raggiunto nel 2008 fu molto simile e forse leggermente più accentuato sugli olivastri presenti nella parete fotografata. Quello che è importante notare è che tutte le piante coinvolte nella siccità del 2008 si sono poi riprese in breve tempo con l’arrivo delle piogge autunnali, che nel caso del 2008 furono tuttavia estreme.
Aspetti climatici e cause del disseccamento.
A partire dall’inverno 2022/2023 le aree con esposizione orientale hanno mostrato un netto calo della piovosità, concentrato nei mesi in cui le medie pluviometriche mostrano i valori più alti a eccezione del mese di gennaio 2023 in cui la piovosità si è mostrata leggermente superiore alle medie storiche. Questo a causa di frequenti fasi anticicloniche e dalla vicinanza con una depressione d’Islanda decisamente meridionale.
I mesi di maggio e giugno 2023 (specialmente la prima parte) si sono rivelati diffusamente (anche nella fascia orientale) decisamente piovosi, grazie a un temporaneo cambio di circolazione a grande scala, con anticicloni finalmente più settentrionali e basse pressioni in area Mediterranea. Tuttavia la elevata evapotraspirazione tipica di questi mesi ha limitato la utilità di queste piogge per le falde acquifere profonde.
Grazie alle piogge tardive la caldissima e ventosa estate 2023 è quindi trascorsa senza mostrare particolari segnali di sofferenza per le foreste sarde (in particolare la fascia orientale e meridionale). Soltanto in alcune aree si è assistito a locali fenomeni di essiccamento e sofferenza, con netta riduzione della fruttificazione su corbezzolo.
L’autunno del 2023 ha mostrato la più significativa anomalia rispetto al clima che notoriamente contraddistingue la Sardegna, mostrando un deficit diffuso di piovosità su tutta la regione. Nonostante un mare molto caldo, la circolazione, durante le fasi perturbate è sempre stata occidentale con periodi anticiclonici quasi costanti, alternati a frequenti irruzioni di aria atlantica alle sole basse quote troposferiche, accompagnata da fortissimi venti occidentali. Questi schemi circolatori, contraddistinti da forte ventilazione e assenza di gradiente termico in quota, hanno portato a un numero insolitamente basso di celle temporalesche sia sul mare sia sulla terra ferma. Le rare piogge hanno interessato soprattutto il mese di novembre e si sono mostrate fortemente influenzate dalla orografia a causa anche della eccessiva vicinanza con un fortissimo anticiclone sul nord Africa.
Il copione non è cambiato nell’inverno e primavera 2024, dove le fasi perturbate sono state maggiori rispetto all’autunno (in particolare verso febbraio e marzo), ma hanno mostrato lo stesso copione contraddistinto da forti correnti occidentali e scarso gradiente termico verticale (a causa della eccessiva distanza dai minimi di pressione troppo settentrionali), con fenomeni fortemente influenzati dalla orografia e di conseguenza solo sulle fasce occidentali e centrali della regione, lasciando solo piovaschi alle fase orientali e meridionali della regione, dove quasi mai si è andati sopra i 10 mm/24h.
Da segnalare il mese di maggio, in cui alcune aree del basso Sulcis sono state interessate da piogge, con accumuli giornalieri tra i 20 e i 30 mm. Nonostante si tratti di un mese contraddistinto da forte evapotraspirazione, queste piogge a conti fatti, si sono rivelate molto importanti per la fascia pedemontana tra Capoterra e Domus de Maria, dove i danni sulla vegetazione, sebbene presenti sono meno evidenti rispetto ad altri versanti.
In sintesi quindi una fase di siccità iniziata a fine 2022 si è aggravata pesantemente nell’inverno 2023/2024, a causa della mancanza di piogge. I caldissimi mesi di luglio e agosto 2024 hanno trovato piante prive di risorse per sopportare in maniera normale le calde settimane estive.
Alleghiamo per completezza il riepilogo delle anomalie di precipitazioni sulla Sardegna rilevate dall’ARPAS, a partire dal settembre del 2022 fino a agosto 2024. Possiamo vedere chiaramente la quasi costante anomalia negativa che persiste sulla costa orientale e meridionale dell’isola.
Andrea Murgia
Grazie per il lavoro svolto
ottima analisi. Competente ed esposta con precisione e sintesi.