Prosegue inesorabilmente il trend sinottico che, salvo brevi episodi transitori, prosegue da mesi e che vede come assoluto protagonista il vortice polare. Vortice polare che fino ad adesso, per gli amanti del freddo e della neve, sta regalando pochissime emozioni ed una stagione nel complesso anonima, come d’altronde ci si aspettava in autunno dando uno sguardo all’andamento teleconnettivo.
Tuttavia a dicembre avevamo parlato di un minor warming che stava interessando l’altezza di 10hPa sulla verticale del Polo ma che sta mostrando notevoli difficoltà a raggiungere le quote troposferiche, nelle quali continua a girare prevalentemente a prima armonica il vortice polare. Il riscaldamento suddetto, al momento in fase di lento e parziale riassorbimento, verrà presto seguito, come mostrato nella carta a 10hPa con tendenza a 10 giorni, da un nuovo importante riscaldamento indotto dalla wave 1 (onda pacifica) che darà maggiore linfa ed alimentazione all’alta aleutinica stratosferica. Notevole il rallentamento del flusso zonale medio sulla verticale del polo alla quota di 1hPa, alla cui quota avverrà l’inversione verso la circolazione antizonale. L’azione di tale warming sarà probabilmente più incisiva, poiché raggiungerà gli strati inferiori fino alla troposfera determinando una delocalizzazione ed elliticizzazione del vortice polare, il quale allungherà la sua influenza prevalentemente nel comparto euroasiatico, lasciando il nord America sotto l’influenza dell’alta aleutinica e andando cosi probabilmente a riattivare la ormai spenta da mesi wave2. Per quanto riguarda le TLC troposferiche segnaliamo un ritorno verso le valori negativi dell’Ao index, come non accadeva per un breve periodo a fine ottobre, segno di un cedimento che finalmente interesserà anche la troposfera artica. Rimarranno invece sulla neutralità-positività il Nao index ed il Pna index, a rimarcare il fatto che il cambio circolatorio che si attende dopo la metà del mese non sarà dovuto ad un innalzamento verso alte latitudini dell’alta delle Azzorre, la quale invece potrebbe dilungarsi verso nord est in direzione Scandinavia dalla quale pescare poi masse d’aria fredda in direzione del basso Mediterraneo. I segnali adesso si intravedono solamente nelle code di GFS e ECMWF, attendiamo quindi ulteriori conferme e monitoriamo gli sviluppi di questo nuovo warming, il quale ha maggiori possibilità di propagarsi verso la troposfera e regalarci quindi un po’ di inverno nel mese in teoria più freddo dell’anno.