La Temperatura in Sardegna

LA TEMPERATURA.

La Sardegna gode essenzialmente di un tipico clima Mediterraneo, tuttavia la posizione particolare, interamente circondata dal mare e lontana dai continenti, rendono l’isola soggetta a una accentuata variabilità termica, tra i versanti, in occasione di ondate di calore o di freddo.

A livello medio il clima isolano è molto mite, persino nella stagione fredda. Cagliari ha le medie termiche invernali tra le più elevate di Italia, superata solo da alcune località costiere della Sicilia, mentre Carloforte ha delle medie che eguagliano i valori raggiunti in Sicilia.

Le ondate di freddo giungono attenuate nel corso del loro passaggio sul Mediterraneo, tuttavia se l’aria fredda si presenta secca (venti da nord est), l’accumulo di questa in ristretti territori dal clima maggiormente continentale (fondovalle di zone interne), può provocare valori estremi di temperatura minima, compresi tra i -5°C e i -10°C. Le correnti fredde da nord ovest, sono invece più umide e il più delle volte portatrici di neve, abbondante e piuttosto frequente nel trimestre invernale, sopra i 1400 metri di quota.

 

Da “Il Clima della Sardegna” di Mario Pinna 1954. Medie del venticinquennio 1926-1950 mesi di gennio e Febbraio

La vicinanza con l’Africa rende comunque l’isola soggetta a frequenti irruzioni di aria calda, dal Nord Africa. Gli effetti di queste sono minimi nel trimestre invernale, quando il Sahara presenta valori di temperatura piuttosto miti, tuttavia nei restanti mesi le irruzioni di aria calda da sud, possono portare al raggiungimento di temperature molto elevate.

mediesardegna

Il vento caldo per eccellenza è lo scirocco, l’aria calda che questo trasporta, si inumidisce negli strati inferiori, mantenendo relativamente bassi i valori di temperatura nel sud Sardegna e nella costa orientale. Questo strato fresco e umido è alto solitamente poche centinaia di metri e sopra di esso scorre veloce, aria secca e molto calda. Tuttavia nel passaggio, della massa d’aria, nell’entroterra, questa subisce un rimescolamento tra strati superiori e inferiori, lo strato fresco e mite sparisce e l’aria calda delle quote superiori, portata verso il basso, si riscalda per compressione adiabatica. Il risultato è un aria molto calda e secca, ulteriormente riscaldata dal calore emesso dall’entroterra per irraggiamento.
Lo scirocco è perciò visto come un vento caldo, da tutta la popolazione dell’isola, a prescindere dai dati termici, a causa del fatto che nella costa meridionale e orientale si presenta afoso, ma con bassi valori di temperatura, mentre nella costa settentrionale e occidentale questo è torrido e con altissimi valori di temperatura. Nelle zone interne e in montagna, le temperature sono comunque alte, perché lo scirocco mostra alti valori termici soprattutto alle medie quote (tra i 800 e i 1500 metri). Le temperature estreme registrate in Sardegna, si devono proprio a questo vento, quando nelle vallate del centro dell’isola, in piena estate, si toccano i +45°C.
Più rare sono le libecciate, in questo caso l’afa con limitati valori termici, raggiunge anche la costa occidentale, mentre un clima torrido, con alti valori di temperatura interessa parte della costa orientale e buona parte del nord dell’isola.
Si possono però avere ondate di caldo locali, a causa di venti di maestrale. In questo caso la massa d’aria in arrivo deve essere secca e deve essere accompagnata da un debole gradiente termico all’aumentare della quota. Venti di caduta si abbattono sulla costa orientale, dove si possono raggiungere i +25°C anche in pieno inverno, un’altra zona interessata dal fenomeno è il basso Sulcis, dove con tale configurazione i 20°C sono a portata di mano anche nella stagione fredda.

ESCURSIONE TERMICA:

Le escursioni termiche sono essenzialmente legate al tipo di clima presente nel luogo che vogliamo considerare. Non si possono fornire dati numerici standard per l’intero territorio di un paese, ma neppure per l’intero paese o città, questo a causa delle differenti esposizioni delle varie parti del centro abitato, del tipo di suolo o dal tipo di vegetazione.
Tuttavia possiamo fornire 2 regole generali, che vengono il più delle volte rispettate, la prima è che la escursione termica diurna media, si presenta più accentuata nel periodo estivo e che la prevalenza di correnti occidentali, determina un clima meno continentale nella costa occidentale, perciò maggiormente soggetto a escursioni termiche diurne ridotte.

Da “Il Clima della Sardegna” di Mario Pinna 1954. Medie del venticinquennio 1926-1950 per temperatura ed escursione termica annuale

MEDIE MENSILI:

Le medie mensili sono anch’esse influenzate dalla vicinanza del mare. Questo riesce a spostare di qualche settimana il periodo di freddo più intenso, che nelle località costiere, specialmente della costa occidentale, arriva frequentemente in febbraio e non in gennaio, come accade più di frequente nelle località interne dell’isola stessa. Le medie del periodo più freddo sono prossime ai +10°C nel Campidano, nella piana costiera di Orosei e in molte località della costa occidentale. Nelle zone di collina la media invernale oscilla tra i +5°C e i +7°C, mentre attorno ai 1000 metri si hanno valori di circa +3°C +4°C. Solo a partire dai 1500-1600 metri la media invernale diventa negativa.
Allo stesso modo il mare determina un ritardo del periodo caldo nelle zone costiere, soprattutto in quelle della costa Occidentale, a causa della posizione sopravento alle prevalenti correnti occidentali. Le medie sono alte e oltre i +26°C in varie località costiere del sud, nella Valle del Tirso e del Flumendosa. Più fresca si presenta la costa occidentale con medie sui +24.5°C, mentre per scendere sotto i +20°C ci si deve spostare sopra i 1000 metri di quota.
La vicinanza con il mare influenza pure l’autunno, rendendolo più mite e meno estremo della primavera. La media di settembre è superiore a quella di Giugno e la media di Ottobre è maggiore di quella di Maggio.

Aggiungi un Commento