Temporali mancati, instabilità solo nei bassi strati

In questi giorni un po tutti abbiamo visto le previsioni meteo, fare i conti con questa circolazione stazionaria e piuttosto insolita, sfornando spesso bollettini non proprio soddisfacenti per l’utente medio.

 

 

La Sardegna si trova da giorni all’interno di un così detto limbo barico, una situazione ne di alta e ne di bassa pressione. Un intermedio che ha delle precise caratteristiche, tra cui la principale è la assenza di ventilazione intensa, a eccezione delle brezze locali. Questa situazione si è venuta a creare in seguito a una disposizione nei giorni scorsi di figure anticicloniche a alte latitudini, una situazione ottimale, per una ondata di gelo continentale nel periodo invernale, ma che ha portato (sulla Sardegna) solo uno strato di aria fresca, confinato tra il suolo e i 4000 metri circa. Sopra i 4000 metri di quota, si riscontra invece un gradiente termico limitato, che rallenta i moti ascendenti (favoriti nella quota tra 0 e 4000 metri).

 

Le conseguenze in termini pratici sono una forte instabilità atmosferica pomeridiana nello strato tra zero e 4000 metri, che porta allo sviluppo nelle ore pomeridiane di cumulonembi, apparentemente portatori di piogge, ma che in realtà non riuscendo a estendersi alle alte quote, per la mancanza della spinta di galleggiamento, non riescono a produrre fenomeni consistenti.

 

Gli errori dei modelli, che tuttavia si sono mostrati limitati, derivano dal fatto che l’instabilità interessa solo una piccola sezione di troposfera. Perciò non tutte le aree interessate da moti convettivi vedranno lo sviluppo di rovesci, ma solo quelle in cui sarà maggiore l’accumulo di aria calda al suolo e quelle in cui i rilievi, interagendo con il debole circolazione dei venti a grande scala, riusciranno a fornire la maggiore spinta alle masse d’aria in ascesa.

 

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