San Teodoro – Un nubifragio sommerge il paese

San Teodoro – Un nubifragio sommerge il paese
Decine di persone evacuate dai residence e dalle ville
Mercoledì 15 giugno 2005
Dal nostro inviato Vito Fiori San Teodoro Silvia Piva, una ragazza di Padova, era appena arrivata da Londra per trascorrere una decina di giorni di vacanza con la famiglia, già a San Teodoro da una settimana. «A casa c’era l’acqua alta un metro dice io e la mamma siamo scappate subito. Abbiamo avuto paura». Sono le nove di sera, Silvia e la madre, Renata Michelozzo, con i bagagli al seguito, sono sedute al piano terra del municipio in attesa di sapere dove passeranno la notte. Nella loro stessa situazione, decine di altri sfollati che hanno trovato un riparo momentaneo nell’edificio. Il nubifragio E tutto per il violento ed eccezionale nubifragio che si è abbattuto sulla zona nel pomeriggio. Due ore di pioggia, tanto è durato il temporale, sono bastate per sommergere alberghi, ristoranti, residence e centinaia di appartamenti. Una tempesta cominciata che mancava un quarto alle 16 e che nessuno, visto il sole caldo del mattino e i turisti che affollavano le spiagge, avrebbe potuto prevedere. Invece, il fiumiciattolo che attraversa il paese si è ingrossato in fretta e l’acqua è andata ben oltre i suoi deboli margini. Piccoli smottamenti, un po’ ovunque, hanno riempito le strade di terriccio rendendone impraticabili alcune. Ma i problemi maggiori sono stati registrati nel centro, con le vie completamente allagate anche per l’esplosione delle condotte idriche e fognarie (in diversi punti l’aria era irrespirabile). Che si trattasse di qualcosa di straordinario lo si è capito solamente quando la pioggia stava per smettere. Cioè, intorno alle diciotto, quando titolari e commesse avevano abbandonato negozi e uffici per lasciare il campo libero ai soccorsi. A San Teodoro sono arrivate le autobotti dei vigili del fuoco di Nuoro (quattro), seguite da quelle di Olbia (due), mentre gli uomini della Protezione civile, i barracelli avevano messo già in moto le loro idrovore. Polizia, carabinieri e vigili urbani si sono preoccupati del traffico. Non era un compito facile, considerando che il paese è strapieno di turisti. I disagiCentinaia di persone si sono riversate sulle strade, pensando di non essere al sicuro dentro casa. Altri si sono armati di secchi e hanno cercato di fare il possibile. «Dovrò buttare mobili e libri» dice Mario Casini, napoletano, indicando il livello raggiunto dall’acqua nel suo appartamento seminterrato: non meno di un metro. Alessandro Demuru, teodorino, è andato ad aiutare i genitori nella villetta di via Alghero. «C’erano due signori tedeschi che avevano preso in affitto l’appartamento del piano terra. Se ne sono andati subito, hanno avuto paura». Lo sportello del Banco di Sardegna era allagato e gli impiegati son dovuti uscire dai locali per consentire l’intervento dei vigili, guardati a vista da due guardie giurate. Problemi, e anche piuttosto seri, all’hotel Le Rose, il primo ad aver imbarcato acqua in quantità spaventosa. Poi è toccato all’albergo Li Piri, a La Suaredda, una piccola frazione, al Bungalow e all’Esagono. Ospiti fuori ad aspettare che finisse il lavoro dei soccorritori. Centro d’accoglienzaPunto di riferimento per tutti, il palazzo comunale. Impiegati, dirigenti e amministratori, con il sindaco Gianni Marongiu in testa, hanno messo a disposizione la sala consiliare trasformata per l’occasione in centro operativo. Marongiu, in contatto costante con la prefettura di Nuoro, ha coordinato i soccorsi. Ha chiesto e ottenuto la disponibilità degli albergatori a ospitare quasi una trentina di sfollati. Ritorno alla normalitàVerso le nove di ieri sera il sindaco aveva già un quadro abbastanza preciso del disastro. Nessun ferito, ed è una gran cosa, solo qualche problema di troppo. Le squadre dei vigili del fuoco stavano abbandonando il paese mentre i barracelli continuavano a pompare acqua nelle idrovore. Il peggio era passato. Ristoranti, pizzerie e bar riaprivano le porte ai clienti e la piazza principale veniva di nuovo invasa dalla gente. Come se niente fosse accaduto. I danniNella tarda serata di ieri sarebbe stato praticamente impossibile anche una stima approssimativa. Ma non c’è da sbagliare se si azzarda un danno di un paio di milioni di euro. Già da questa mattina i tecnici comunali si metteranno all’opera per valutare le conseguenze del temporale. Di sicuro ci sarà da controllare la rete idrica e fognaria ed eventuali cedimenti strutturali degli edifici più colpiti dalla furia dell’acqua. Quindi, la conta dei danni in esercizi commerciali e in case private. Senza dimenticare le aziende agricole del territorio. Nelle campagne allagate era molto difficile operare. Gianni Marongiu, apparso molto preoccupato, oggi stesso si informerà sul da farsi. Non è escluso che possa anche ricorrere a una formale richiesta dello stato di calamità naturale. Una prassi scontata, il modo, forse più agevole, per cercare di ottenere dei contributi necessari agli interventi di risanamento. Per oggi sono attesi i funzionari della prefettura che dovranno verificare di persona quanto è successo.

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